FOLEGANDROS

Folegandros la scelsi perché, sfogliando per mesi riviste sulle isole greche, incappai in questa foto:

pagina grecia(ph. S. Brambilla per SpecialeQuiTouring)

Quel muretto con la vista mozzafiato mi aveva stregata.  L’articolo ovviamente descriveva tutti i pregi dell’isola ma a me interessavano solo quel muretto, quel mare e quel cielo. Tutto in quello scatto.

E prenotai.

La prima parola che mi viene in mente pensando a Folegandros è CHIC.

E’ chiccosissima. Oltre ai suoi colori, tipici delle cicladi ed usati in maniera divina, ci sono strade, angoli, locali, negozi che sono piccole perle. Non so nemmeno da dove iniziare a parlarne.

Il traghetto arriva al porticciolo di Karavostasi, che sembra un porto dei playmobil. Anzi, più che un porto, è una piazzetta su cui, all’arrivo del traghetto, sostano i proprietari di case e hotel per farsi riconoscere dai turisti. Noi da lì abbiamo preso un normale taxi per arrivare al nostro hotel (Folegandros apartments) che era proprio a Chora, il capoluogo.

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Un complesso di appartamenti e stanze con piscina (mai usata), proprio l’ultima costruzione del paese, alla cui fine inizia la strada che porta alla splendida Panagia che domina l’isola.

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Alla Panagia si arriva solo a piedi, percorrendo un sentiero ordinato e pulito, in salita, che, una curva dopo l’atra, giunge alla piazzola antistante la chiesa . Ti giri e vedi tutta Folegandros da una prospettiva incredibile. Consiglio di salire all’inizio del tramonto e vederlo da lassù.

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Unico.

Noi siamo arrivati  a Folegandros il 6 agosto nel pomeriggio, ignari di cosa stesse per iniziare. La Chora era vivace ma nulla lasciava presagire la festa che si sarebbe tenuta la sera, fino al mattino dopo. Per tutta la notte hanno festeggiato con canti e balli il Christos on August, una delle loro feste religiose. Nulla rende di più l’atmosfera greca di gioia e folklore (non oso pensare al ferragosto). Ci siamo addormentati col sirtaki in sottofondo e per tutta la notte ho sognato solo balli greci e ouzo a fiumi.

Il mattino dopo, verso le 11 (chiamiamolo ancora mattino) ci siamo svegliati e siamo usciti per fare colazione in piazza. Sembrava che si fossero alzati tutti a quell’ora. Quell’isola ci piaceva da pazzi!!! E tutti facevano colazione a mezzogiorno!! Un idillio. Chiedendo, ci hanno poi spiegato della festa e del giorno di riposo nel giorno seguente e il perché di quegli orari. La prima colazione l’abbiamo fatta alla taverna che ha poi segnato il nostro soggiorno: Nicolas Michailidis. Quella mattina né il proprietario, né il cameriere ci hanno degnati di un saluto, figuriamoci una cortesia! Abbiamo fatto un’ottima colazione e poi ce ne siamo andati, un po’ amareggiati dall’accoglienza. Il giorno dopo, nella stessa taverna (è impossibile sia non vederla che non fermarsi almeno una volta), ci siamo bevuti un bicchierino dopo cena. Il cameriere ci ha salutati. Il proprietario ha fatto un cenno. Il giorno successivo, passando al mattino, il cameriere si è sporto col braccio (!!) per salutarci e il proprietario ci ha salutati a voce alta!! Alla sera, eravamo seduti alla taverna e sembravamo clienti abituali. Greci. Loro amici.

Questa taverna e chi la gestisce sono da cartolina.

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A Nicolas o stai simpatico e si prodiga in magnificenze (e contagia i suoi camerieri), o gli stai antipatico e il saluto-non-saluto del primo giorno probabilmente te lo porti fino all’ultimo giorno di vacanza!!! A noi è andata bene e la simpatia era reciproca. Ci siamo stati tutte le sere, dopo cena. Hanno anche i giochi da tavola per passare le serate e non è inusuale trovarsi a chiacchierare con gli avventori del tavolo a fianco (spesso greci).

Chora, paese in cui si trova anche la taverna, è il capoluogo dell’isola ed è un gioiello con, al suo interno, un ulteriore gioiello: il Kastro.

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Il Kastro è praticamente la cittadella medievale. Il piccolo paese nel paese costruito per difendere gli abitanti dalle invasioni. E’ come un paese circondato dalle mura ,ma le mura, in questo caso, sono anche i muri delle case (abitate) del centro. Non bisogna perderselo.

Chora stessa è un vero bijoux. Stradine di ciottoli ordinati su cui affacciano case, taverne, negozi, in un districarsi di vie in cui pare di potersi perdere ma che ti riportano immancabilmente alla piazzetta principale.

Una delle più belle Chora viste fino ad oggi, in Grecia. Forse la più bella.

I posti per mangiare sono infiniti. Ogni taverna è particolare e molto curata. Rimangono taverne tipiche ma con qualcosa in più: un gusto per il bello, un dettaglio elegante che fa la differenza. C’è qualcosa che Folegandros ha in più delle altre isole e credo di poterlo definire, molto semplicemente, STILE.

A cena abbiamo provato queste taverne: PIATSA (in piazzetta, tavolini azzurri), POUNDA (prima della piazzetta. Ottimo anche a colazione e, per cena, nel nascosto, favoloso giardino sul retro, vedi foto),

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O KRITIKOS,  superata la piazzetta principale, girare a sinistra (carne alla griglia strepitosa) e  CHIC, in piazza. E poi la taverna sul mare TAVERNA AGKALI, sulla omonima spiaggia, da non perdere !!!

LE SPIAGGE (quelle in cui siamo stati. Ma ce ne sono parecchie altre.)

Katergo:  vi si arriva via mare con una barca che parte dal porticciolo di Karavostasi. Un breve tragitto porta a questa baia di acque cristalline ma senza zone d’ombra (portatevi riserve d’acqua). La spiaggia è di ciottoli piatti e non è mai affollata. L’acqua è trasparente e freddina. C’è un sentiero per arrivarci a piedi ma non è molto segnalato e sinceramente io ho intravisto il primo pezzo ma non capivo dove proseguisse. Con una buona cartina, non ci saranno problemi.

Angali :  

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Si arriva coi mezzi. Colgo l’occasione per un inciso: noi a Folegandros non abbiamo affittato lo scooter, su suggerimento dei proprietari dell’hotel, poiché il servizio bus è attivissimo

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e soprattutto perché quei bus sono adorabili.

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 Oltre ad essere, seppur solo 2, sempre puntualissimi. Fanno servizio da e per le spiagge maggiori, senza contare che è un’isola meravigliosa da percorre A PIEDI, quindi, se posso consigliare anche io, non affittate mezzi di trasporto!

Dicevo della spiaggia: il bus parte da Chora e la raggiunge in 15 minuti circa. La spiaggia è di sabbia. Alle sue spalle qualche casetta e alla sua destra (guardando il mare), una fantastica taverna (già citata). Una bella spiaggetta, non attrezzata e non troppo affollata. Una tappa da fare. Da questa spiaggia, poi, parte il sentiero (in foto, cappelle votive)

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per un’altra insenatura pazzesca, la spiaggia di

Agios Nikolaos:  

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 un po’ più defilata, qualche alberello a fare ombra, qualche nudista (essendo defilata) e una taverna che noi non abbiamo provato ma che promette meraviglie, gestita da 2 fratelli che mi pare parlino anche italiano. La spiaggia qui è di ciottoli piatti e l’acqua è favolosa. A dominare la spiaggia, questa chiesetta

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Livadaki  : meriterebbe un articolo intero. Cercherò di limitare parole ed entusiasmo. Sforzandomi.

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Si raggiunge in barca o a piedi. Non conoscendo il sentiero, ci siamo arrivati la prima volta in barca. Colpisce subito il colore dell’acqua che va dal verde al blu in poche decine di metri e le sfumature al centro  sono quasi fosforescenti. Sembra una piscina da tanto è piatto, pulito e azzurro il mare. La spiaggia non si è mai affollata durante il giorno ma noi abbiamo preferito salire sugli scogli che la circondano, anche per poter fare qualche tuffo in quel blu.

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Per il ritorno abbiamo scelto di avventurarci per il sentiero. Parte alle spalle della spiaggia, non è segnalato ma si trova facilmente. E vale la pena di farsela a piedi!! Il panorama salendo (è tutto in salita e, dalla spiaggia, raggiunge il centro abitato di Ano Meria) è favoloso. Campi terrazzati davanti e scogliere a picco dietro. Non esagero. Il percorso è brullo, noi avevamo scarpe da ginnastica ma abbiamo incrociato un paio di inglesi (il percorso è deserto generalmente) con infradito (che eviterei).

Il mare rimane alle spalle. Davanti, queste distese rossicce, fino a un piccolo agglomerato di casette bellissime in pietra, ora proprietà dell’agenzia Sottovento che le ha acquisite l’anno successivo alla nostra vacanza (del 2009). Sono incredibili. Per chi ama la solitudine e il panorama a perdita d’occhio, sono il top. Purtroppo ci vuole un mezzo di trasporto poiché sono veramente in mezzo al nulla, ma veramente uniche.

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Sempre lungo il sentiero si incontra una chiesa, in mezzo al “deserto”, un fascino pazzesco e un vento che tira piuttosto forte.

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Arrivati ad Ano Meria, ecco il paesino e la sua fermata del bus che riporta a Chora.

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Di fronte alla fermata c’è una taverna che non abbiamo avuto modo e tempo di provare ma che, a detta di tutti, è eccellente. Mi pare si chiami Irini (nome della proprietaria). Già da fuori ci aveva attratti tantissimo per la sua semplicità. Ma dentro pare sia una chicca greca, stile emporio con cucina. non voglio pensare a cosa mi sono persa….

Quando si riprende il bus per il rientro, la felicità per la giornata trascorsa è questa:

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A Livadaki siamo tornati anche quando il nostro traghetto per Milos è stato soppresso causa Meltemi e siamo dovuti (con somma gioia) rimanere una notte in più a Folegandros

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L’agenzia Sottovento che ho citato è di una coppia di italiani che vive per metà anno  a Folegandros  e per l’altra in Italia, mi pare a Torino. Prima di partire non la conoscevamo, quindi non ci siamo appoggiati a loro. Però li consiglio per qualsiasi informazione, a partire dalla sistemazione sull’isola, dove hanno diversi alloggi, tutti bellissimi. Noi siamo stati al loro caffè (caffè dei viaggiatori) un paio di volte e con loro abbiamo parlato della passeggiata di Livadaki (per questo so che le casette sono diventate di loro proprietà).

A Folegandros abbiamo visto solo cose belle, conosciuto gente cordiale e simpatica, mangiato divinamente. E’ un’isola speciale, piccolissima e ricca di bellezza.

Vederla una volta non basta.

Buon viaggio

(ph. Elena Ivaldi e Marco Manzini)